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NEL BEL MEZZO ….DI ROMA UN PALAZZO UNA STORIA PALAZZO GRAZIOLI TRA LA FRENESIA DELLE PERSONE…

I LUOGHI DELLA CULTURA ITALIA ROMA

By@Patrizia Pierbattista

By @Mirella Pierbattista

By@Redazione 

Il racconto che vi stiamo introducendo per fare conoscere la nostra Italia- Roma con le sue dimore storiche, laddove hanno vissuto tanti personaggi storici antichi e nell’era moderna come in ultimo il presidente Silvio Berlusconi ed ora nel 2024 vi è  la sede della stampa estera per l’Italia. Questo edificio con due entrate, ma la principale è  in via del plebiscito, tra Largo di torre Argentina e Piazza Venezia. Chi  vi scrive  la prima volta che vi è entrata fu nel 1994/95 circa, assieme alla sorella minore per un colloquio di lavoro, si proprio lì nell’ufficio piano terra con un responsabile  ricerca personale. Appena entrate notavamo un ufficio con arredi istituzionali, cioè con i porta bandiera ed inserita. Subito  ci domandavamo cosa fosse? Chi era la persona?

Eppure sono passati anni ed il ricordo di quella giornata ci ha accompagnato nella vita.  Anche se non andò a buon fine, ma la vita ci riservò sorprese. Così oggi 2025 si rientra a Palazzo Grazioli per una conferenza stampa, ed i ricordi affiorano.  Vi spieghiamo cos’è stato ed è il Palazzo Grazioli.  Palazzo Grazioli è un edificio di Roma  situato tra palazzo Doria Panphili  e  Palazzo Altieri, in una zona ricca di reperti archeologici della Roma Antica, il Campo Marzio.  

È il frutto di numerose modifiche e restauri effettuati dalle diverse famiglie nobili romane che vi abitarono nei secoli.  Le fonti più antiche rilevano nel sito il palazzo della famiglia Ercolani che fu realizzato da Giacomo della Porta nel corso del ‘500. Successivamente la famiglia di Alessandro Gottifredi, generale della  Compagnia di Gesù, che vi si stabilì, fece effettuare un radicale restauro da  Camillo Arcucci, un architetto del  Barocco Romano, negli anni dal 1645  al 1650. Agli inizi dell’800  il palazzo fu residenza dell’ambasciatore d’Austria e poi dell’ Infanta di Spagna,  nonché  duchessa di Lucca,  Maria Luisa di Borbone Spagna  che vi morì nel 1824.

Fu poi acquistato dal commendatore Vincenzo Grazioli, poi barone di  Castelporziano e duca di  Santa Croce di Magliano. Nel 1863  fu affidato il restauro ad Antonio Sarti, che nel corso di lunghi lavori, terminati nel 1874, aggiunse il corpo che affaccia su Piazza Grazioli. Al momento dell’acquisto del palazzo, la nobiltà dei Grazioli era di recente concessione. Il capostipite commendatore Vincenzo Grazioli era un tipico rappresentante del ” Generone ” della Roma papalina, quel ceto di grandi affittuari dei latifondi (che a loro volta subappaltavano), che fin dal XVI secolo garantiva la liquidità delle classi dominanti cittadine e la tutela degli approvvigionamenti alimentari, e riusciva in alcuni casi – come avvenne per i Torlonia  – ad integrarsi nella nobiltà storica per via di matrimoni. I Grazioli giunsero dalla Valtellina  alla fine del Settecento  (l’immigrazione valtellinese a Roma era favorita dai papi, che avevano destinato loro una compagnia dell’annona, impiegandoli come facchini, misuratori e macinatori di granaglie).Vincenzo Grazioli cominciò quindi come affittuario di molini sul  Tevere, che poi acquistò, divenendo successivamente fornaio (in grande), e poi proprietario terriero. Fu nominato da  Gregorio XVI  barone di Castelporziano nel 1832  (il commendatore aveva acquistato la tenuta nel 1823) e poi nobile romano nel 1843, e infine promosso duca di Santa Croce di Magliano nel 1851 da Pio IX, al quale la famiglia rimase fedelissima fino alla fine dello Stato Pontificio. Il figlio Pio (1822-1884) sposò nel 1847 Donna Caterina dei Duchi Lante Montefeltro della Rovere (sicché la famiglia si chiamò poi Grazioli Lante della Rovere). Fu insieme ai figli tra i protagonisti della mondanità romana del secondo Ottocento   (si veda  Caccia alla volpe ), ma anche il patron della ricostruzione della Chiesa di San Giovanni in Trastevere. Per la vita a villa Grazioli si veda la bella documentazione fotografica dell’Archivio Primoli. Un discendente, Massimiliano Grazioli Lante della Rovere, fu vittima nel 1977 di un drammatico sequestro, conclusosi con il suo omicidio, messo in atto dalla Banda Della Magliana. Targa in memoria di  Riccardo Grazioli Lante della Rovere sul lato del Palazzo verso piazza Grazioli.  La targa in marmo e bronzo con il ritratto della Gloria commemorano l’impresa del sottotenente di vascello Riccardo Grazioli Lante della Rovere, Medaglia d’oro al valor Militare, caduto ad Homs  (oggi Al Khums), in  Libia, il 28 ottobre del 1911  durante la guerra Italo-turca. La facciata del palazzo su via del Plebiscito è decorata da paraste  con  capitelli.  Al centro di essa si apre il portone fiancheggiato da due colonne di  ordine dorico  di granito grigio e sormontato da un balcone. A partire dal 1995, il piano nobile  del palazzo fu concesso in affitto dal proprietario Giulio Grazioli Lante della Rovere a Silvio Berlusconi, al costo di circa 40 mila euro al mese. Da settembre 2013  Berlusconi rese Palazzo Grazioli sua residenza principale. Il contratto di affitto è stato disdetto dopo 25 anni, a partire dal 31 dicembre 2020, quando Berlusconi decise di trasferirsi in una villa di sua proprietà sull’ Appia Antica, acquistata per oltre 3 milioni di euro nel 2001 e poi prestata in comodato d’uso gratuito al regista Franco Zeffirelli, fino alla morte di questi, nel 2019.Il seminterrato del Palazzo è stato anche la sede della Red tv (originariamente Nessuno TV , canale televisivo digitale presieduto da  Massimo D’Alema ) dal 2008 al 2011 quando, in seguito al fallimento dell’emittente, anche il seminterrato fu preso in affitto da Silvio Berlusconi.Dal 2023 il palazzo è sede della stampa estera,  avendo avuto il piacere di assistere alla conferenza stampa de Cinecittà World  per la presentazione di un nuovo evento nel parco tematico. Arrivederci alla prossima visita in una dimora storica della capitale.  

 

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