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LA GUERRA INFUOCA GLI ANIMI OTTOBRE 2023 PARTE POLITICA-ECONOMICA LA STORIA SI RIPETE? UNA VOCE FUORI DAL CAMPO! SIR NUNZIO ALFRED D’ANGIERI E LA CRISI…. & MARSIGLIA MICHELE FEDERPETROLI

LA GUERRA INFUOCA GLI ANIMI

OTTOBRE 2023

PARTE POLITICA-ECONOMICA

 LA STORIA SI RIPETE?

UNA VOCE FUORI DAL CAMPO!

SIR NUNZIO ALFRED D’ANGIERI

E LA CRISI….

&

MARSIGLIA MICHELE

FEDERPETROLI

By@Patrizia Pierbattista

By@Mirella Pierbattista

@Redazione

E’ il 7 Ottobre 2023 quando su internet o radio e tv si sente della invasione del territorio di Israele  di un gruppo di giovani uomini di Hamas che irrompono nelle case vicino al confine tra Israele e la Palestina, in quel lembo di terra chiamata Gaza. Quindi  in questi tempi negli ultimi anni vi sono stati molti scenari di questo genere, come ad esempio la guerra ancora in atto in Ucraina, ma poi scatta qualche cosa a certe persone di potere che succede tutto ciò.

Novembre 2023, lo scenario di guerra si fa sempre più difficile. Così  si cerca personaggi che hanno contribuito alla realizzazione di una sorte di pace in quella zona del Medioriente. Una conoscenza molto importante la quale siamo in contatto da molti anni, chi è? È  l’Ex consigliere e negoziatore di Arafat Sir Nunzio Alfred  D’Angieri : “Odiava Hamas e voleva pace con Israele”. Descrivendo il pensiero di  Arafat . Sulla guerra lancia accuse anche all’Occidente.
La pace in Medio Oriente sembrava ad un passo dopo gli Accordi di Oslo del 1993. Palestina e Israele si riconoscevano come interlocutori ufficiali per la prima volta. In particolare, gli israeliani riconobbero l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) come autorità del popolo palestinese, che a sua volta riconobbe agli israeliani il diritto di esistere, rinunciando formalmente all’Intifada. «Gli accordi di Oslo furono anche il risultato dell’operato del Papa e il suo peso politico», precisa Nunzio Alfredo d’Angieri, oggi ambasciatore per gli Affari europei del Belize. Spiegando  in varie occasioni giornalistiche  cos’è cambiato dopo quello storico evento e perché ora la pace sembra lontanissima. Nel sentire le voci  e le notizie.

 

Ecco dall’altra parte del mondo, in Italia, e guardando anche la parte economica ed energetica come  il presidente della Federpetroli Michele Marsiglia. “Ritengo che siamo già in questa fase. Il conflitto è ampio, ma non tutte le forze coinvolte hanno espresso la loro intenzione apertamente, quando e se succederà, non penso che la situazione si riuscirà più a gestire. Teheran ha già fatto le proprie dichiarazioni. Il capo di Hamas, Ismail Haniyah, sta discutendo proprio con la Guida Suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, per una strategia di difesa di Gaza e dei Territori palestinesi.
Il segnale da parte di Hezbollah, il Partito di Dio, si è visto chiaro e determinato. Il confine tra Libano e Israele è sempre stato un territorio delicato, specialmente dal 2006 (Guerra del Libano) dopo quella del 1982, anche più di Gaza. Le forze israeliane stanno continuando a colpire anche in Siria, nei pressi di Damasco e Aleppo, scali dove passa carburante per Hezbollah. Se fino a qualche tempo fa parlavamo di guerra tra Israele e Palestina, oggi si parla di Paesi arabi ed Israele. Penso, però, che questa volta Israele non ha fatto bene i calcoli con i propri vicini di casa, non parlo dei Territori palestinesi, ma di tutti gli altri paesi che compongono il Medio Oriente. Un’escalation imminente e pesante non è esclusa. ‘Una polveriera’ come dichiarato dal ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. Anche l’ultimo Vertice al Cairo di qualche giorno fa su una possibile ‘pace’, non ha prodotto nulla di fatto.
Se l’Iran venisse coinvolto nella guerra, cosa succederebbe? La Russia che decisioni potrebbe prendere? E la Cina?
Sempre Marsiglia. ” Consideri che la Repubblica iraniana, anche se con questioni di embargo, ha sempre rappresentato un enorme potenziale per l’industria petrolifera, detenendo ed esportando grandi quantità di greggio, anche in Italia. Il petrolio dell’Iran è di alta qualità per diversi usi nella raffinazione. L’Iran è un paese che interessa a tanti. Dobbiamo vedere l’Iran non da solo, ma un padre che porta per mano diversi figli, che si chiamano Hezbollah, quindi parte del Libano, Palestina, Russia e anche qualche altro. Non sottovalutiamo che, anche se spesso l’Iran è stato attore e controparte nei conflitti con la Penisola Arabica, in questo preciso momento il mondo musulmano, sunnita e sciita, è quasi unito o meglio unanime. Non abbiamo visto spesso questa fotografia, penso quasi mai. Questo sta a significare che il conflitto di oggi non è più religioso, ma si basa su pretese legittime, il riconoscimento del diritto. Hamas è ritenuta un’organizzazione terroristica da alcuni paesi, ma da altri no. Se l’informazione deve essere corretta, Hamas è stata eletta dal popolo della Striscia di Gaza nel 2007 con elezioni legittime, così come in quella che in inglese chiamano la West Bank o che preferisco definire Cisgiordania con l’Autorità Palestinese. La Russia si è già schierata chiaramente a favore della Palestina, la Cina è stata chiara. Ricordiamoci che in queste situazioni si vive anche un effetto boomerang occidentale. Quindi oggi la situazione è da considerare come Mondo Arabo e Israele, non più come Gaza e Tel Aviv.
Inoltre  una altra domanda al Presidente Federpetroli Marsiglia. L’arrivo di portaerei statunitensi nel Mediterraneo orientale? Cosa succederà?  Forse potrebbe spingersi di più  Washington,  si stia preparando ad entrare pienamente nel conflitto? Qualche  interesse nell’ampliamento delle aree di guerra?
“Mi soffermo sulle parole che il presidente Joe Biden ha pronunciato a Benyamin Netanyauh, qualche giorno fa: “Avete diritto di difendervi, ma non fate l’errore che abbiamo fatto noi dopo l’11 Settembre”, suggerendo anche a Tel Aviv di non colpire gli Hezbollah. Non sono parole da poco, gli Stati Uniti d’America hanno riconosciuto che il fondamentalismo è una cosa, ma i popoli e le religioni sono ben altro e vanno rispettate.

Altra persona sempre in questo periodo cruciale per una politica della pace, perché nessuno parla ancora di trattato di pace tra dei popoli dello stesso pianeta, la Terra, che invece si sfidano per cosa? Ecco che qui voglio introdurre una persona che ha fatto anche lui la storia. Chi non ricorda l’incontro con  Bill Clinton nel lontano 1993 dove il Presidente degli States insieme Arafat e Rabin per sancire un accordo di cordialità e pace. Sir Nunzio Alfred D’Angieri nella sua biografia  qualche volta racconta la sua storia, da testimone storico. Come spiega ai lettori,  partecipando alle trattative che portarono agli Accordi di Oslo, quindi è anche testimone del lavoro svolto da Arafat e l’allora primo Ministro israeliano Rabin. «Volevano la pace, avevano l’obiettivo di costruire un equilibrio tra due popoli in lotta da oltre 40 anni». Arrivare a quegli accordi non fu semplice, ma c’era da entrambe le parti la volontà di arrivare ad una pace. Infatti, d’Angieri ricorda ancora le parole dell’allora leader di Israele: «Serve riflessione, mettere da parte l’aggressività, analizzare la situazione senza rinfacciarci il passato, e partendo da qui trovare una soluzione». Anche Arafat era favorevole alla trattativa: «Voleva la pace, e sapeva tenere a bada gli estremisti che spingevano per la lotta armata. Odiava il terrorismo, lo ha sempre detestato». Uno degli obiettivi finali era quello di rendere Gerusalemme una città aperta, un territorio a tre religioni aperto al dialogo. «Un simbolo fortissimo per la pace». L’Occidente ha le sue responsabilità: «Questa è una guerra creata dall’Occidente, perché non ha fatto in modo che il popolo Ebreo avesse la sua terra, come pure il popolo Palestinese deve avere la sua terra».
Ecco qui sono le parole di due personaggi diversi tra di loro, ma che forse hanno un intento in comune quello di credere che ci potrà essere la pace sia tra l’Ucraina e la Russia anche con questa ultima situazione nel mediterraneo con Israele che nelle ultime notizie, mentre si scrive questo articolo, vuole spingere all’attacco da terra per entra in Gaza e sterminare o includere il paese nel suo. Ma molti paesi di una parte favorevole a questo conflitto per interessi economici e politici ma altri vogliono conquistare un territorio e le persone.

Cosa accadrà non lo sappiamo veramente, perché noi siamo solo spettatori di questo teatro  con ostaggi di tutte le nazioni, con guerra tra persone simili, uccisioni di bambini, bombe su palazzi civili, missili e tanto altro ancora per che cosa? Il potere? Il diritto? Su cosa? Mi domando io semplice donna che ascolta, ed osserva gli altri con occhi della speranza ed  con il cuore infranto per le migliaia di persone morte e ferite senza sapere il perché di tutto ciò.  Ma un giorno credo e lo vorrei che tutto questo odio e la ricerca di un potere terreste si sia concluso con una stretta di mano.

Grazie al passato per un futuro migliore e umano.  

 

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