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DALLA NATURA…ALLA TAVOLA IN CERCA DI…ROBIOLA DI SALUTE E RICCHEZZA CON UN PIZZICO D’ORO LO ZAFFERANO TRE CUOCHI

DALLA NATURA…ALLA TAVOLA

IN CERCA DI…ROBIOLA

 DI SALUTE E RICCHEZZA

CON UN PIZZICO D’ORO

LO ZAFFERANO TRE CUOCHI

 

By@Patrizia Pierbattista

By@Mirella Pierbattista

Ho parlato a una capra. Era sola sul prato, era legata. Sazia d’erba, bagnata dalla pioggia, belava. Quell’uguale belato era fraterno al mio dolore. (Umberto Saba); Capra, capra, capra!
(Vittorio Sgarbi);
 Non fu mai vista capra morta di fame.(Proverbio); La capra non contrasta col leone.(Proverbio).

 Queste frasi  potrebbero far pensare a tutt’altra cosa, se  non di capre stiamo parlando, qualcuno crederebbe che si trattasse di quelle a due zampe! Come nelle frasi sopracitate possiamo notare anche quelle di un noto politico e critico d’arte come Vittorio Sgarbi. Quest’ultimo lo abbiamo incontrato varie volte anche a casa sua con varie opere di artisti ma soprattutto notiamo che è anche un buon conoscitore delle prelibatezze territoriali italiane. Gli altri personaggi delle frasi non potremmo chiederlo ora ma forse lo avranno assaporato nelle loro vite. Nell’Europa moderna in particolare nel territorio italiano, vi è un’eccellenza della industria casearia  il tipico formaggio denominato Robiola D.o.p.  dove  ci è pervenuto grazie al Consorzio de Robiola di Roccaverano, un alto prodotto caseario la robiola di latta crudo di  Capra. Questo formaggio è tra i top dei nostri prodotti italiani, che nelle migliaia  tavole nelle case, nei ristoranti è ed era servito prima del Covid 19. Però non possiamo che accennare al fatto che durante questa pandemia Covid 19 il sistema Ho.Re.Ca. è andato  in Tilt, nel senso della parola. Ossia con tutti i Dpcm fatti dal Premier Conte, si sono susseguiti aperture e chiusure  dei locali sul territorio italiano. Ma forse le dimostranze dei cittadini e degli imprenditori che gestiscono le imprese ( Ristoranti-locali), facendo in questo modo si ha una crisi economica strutturata per gli acquisti fatti e poi non venduti.  Diamo una scossa giusta a questa situazione. O si  chiude ma si da i veri “ Ristori adeguati” o si lascia aperti con tutte le precazioni anti Covid 19 già attuate tra i esercenti del settore. Loro urlano!   Forse il governo incarica “per ora” – hanno le orecchie foderate di prosciutto” di Parma? –

Oggi vi presenteremo una Robiola di Roccaverano D.o.p.  di Capra prodotta e confezionato de Azienda Agricola Marconi, Regione San Desiderio, Monastero Bormida (At).  Iniziando a descrivere il packaging,  il colore sabbia, con chiari descrizioni, anche con i relativi indirizzi dell’azienda e  contatti. Dati  della spiegazione del prodotto, valori nutrizionali, con il simbolo del Consorzio di tutela. Naturalmente il consorzio è fatto di tante realtà d’aziende che producono e distribuiscono nelle varie reti del commercio sia nel territorio italiano che nel mondo, per i buongustai di alto livello. Grazie a queste realtà la filiera italiana aiuta l’economia dell’intera nazione, anche oggi nel nostro periodo storico della Pandemia mondiale. Il nostro servizio giornalistico su un piatto di portata dove è adagiato il prezioso formaggio,  dietro ogni singola goccia di latte di Capra vi è una singolare storia dell’animale. Vi raccontiamo che il gruppo delle duecento capre di due razze pregiate, che il nostro amico manager/imprenditore/allevatore/ caseario d’eccellenza ci spiega con dettagli.  Chi di voi volesse sapere di più sul suo sito potete leggere dettagli curiosi delle sue amiche capre. Le quali hanno uno spirito libero alle 06.00(ora di munta) di mattina  alle ore 18 (la munta) si fanno delle lunghe passeggiate mangiando ottima erba delle montagne delle alpi, con acque pulite ed aria frizzante.  Al loro  rientro si ritirano nella stanza/stalla. La capra Camosciata delle Alpi è una razza caprina domestica di montagna, diffusa sull’arco alpino. È una razza a semplice attitudine, destinata cioè alla sola produzione di latte.  Questa capra è originaria delle Alpi svizzere, ma si è diffusa poi sia in molti Paesi dell’Unione Europea (in particolar modo in Francia ed in Germania), che in Paesi extra europei. In Italia viene allevata con buoni risultati produttivi nelle regioni dell’arco alpino, soprattutto sui monti del Piemonte e del Trentino-Alto Adige, ma trova anche una buona diffusione in Lombardia. Fa parte delle sette razze caprine riconosciute ufficialmente in Svizzera (insieme alle capre Appenzel, Grigiones strisciata, Saanen, Toggenburg, Vallesana e Verzaschese). A partire dal 1973, per la grande diffusione della razza, è stato attivato anche in Italia il libro genealogico dedicato. La Camosciata delle Alpi è una capra di taglia medio-grande, robusta e forte, ben adattata alle condizioni climatiche e geografiche montane. La testa si presenta relativamente piccola e fine, con presenza di barba nei maschi; le orecchie sono lunghe e inclinate obliquamente in avanti. Le corna, lunghe e più o meno arcuate, possono essere presenti sia nei maschi che nelle femmine.Il tronco di norma è ampio e robusto, con fasce muscolari ben sviluppate, atte a sostenere lo sforzo fisico della pascolatura su terreni ripidi e dissestati. Nelle femmine le mammelle sono due, di tipo piriforme e con capezzoli molto sviluppati. La loro vita si allunga fino all’età di 20 anni ma per il processo produttivo si arrivo solo fino a 6 anni di età della capra.Il nome di questa capra deriva dal fatto che il suo mantello ricorda la colorazione di quello del camoscio alpino: assume infatti colorazione fulva, con varie tonalità più o meno scure, con la presenza di una riga mulina di colore nero lungo la colonna vertebrale. Anche le estremità degli arti, gli unghielli e la caratteristica maschera facciale sono di colore nero. La pelle è sottile e si presenta pigmentata in nera. La capra Camosciata delle Alpi è una capra che dà ottimi risultati sia in montagna che in pianura in virtù di una buona sopportazione sia del caldo che del freddo; viene allevata sia in allevamenti semistabulati che stabulati di medie e grandi dimensioni. Come molte specie adattate alla vita montana, anche questa è frugale nell’alimentazione, adattabile alle situazioni climatiche più diverse. Al 2008, sul territorio italiano erano presenti 6610 capre suddivise in 253 allevamenti. È un’ottima produttrice di latte, con produzione media per lattazione di circa 400 litri, che viene destinato principalmente alla trasformazione allo scopo di ottenere prodotti tipici a latte crudo, quali formaggi freschi e stagionati preparati a partire da lavorazioni lattica o presamica, oltre a yogurt e ricotta. Noi con questo prodotto d’eccellenza cosa potremmo fare, come ricetta, semplicemente adagiare su una insalata ricca e far scivolare del buon miele italiano. Ed ecco a voi un piatto ricco di sapore italiano.  Oppure inserirlo in una ricetta, risotto al curry con nodini di Tacchino al chianti Dop in salsa piccante, una fetta di  robiola di Roccaverano con del miele per concludere o iniziare il nostro pasto. Il tutto gustando naturalmente un buon bicchiere di vino italiano e perché no con il vitigno Piemontese? Poi in un altro giorno potremmo dilettarci nel gustare sempre la robiola con un risotto alla milanese con lo zafferano  3 cuochi, azienda milanese (Bonetti Spa) con una crema di robiola di latte crudo di capra e chips di zucca. Per molti il colore giallo , giallo zafferano è il colore più pregiato, la nostra Italia ha la produzione della pianta che dai listelli si estrae la polverina dello zafferano. Molte sono le aziende, dove le donne ne fanno una delle produttive zone dello nostro stivale, specialmente nella terra d’Abruzzo, Regione situata nel centro Italia, terra montuosa con altipiani, clima ottimo per la produzione dello zafferano. Abbiamo provveduto a cucinare con il prodotto dei Tre cuochi, lo Zafferano, il tipico piatto che tutti voi conoscete il risotto allo zafferano. Accompagnato con un formaggio dell’eccellenza italiana un Robiola di Capra e da un vino particolare sempre dell’eccellenza  italiana un Timorasso della cantina  Bottazzi. Un pranzo della domenica all’insegna del gusto eleganza e dell’italianità, “Made In Italy”. Come la nostra storia della moda, dell’artigianato sia della  linea manifatturiera che del Food and Beverage italiana, che molti estimatori  dei nostri lettori High Spender  degustano nei maggiori e prestigiosi golf Club House nazionali, internazionali, catene alberghiere e ristoranti di lusso.  Riscontriamo dalle notizie che ci provengono dagli italiani che si trovano negli Usa/ Canada troviamo una situazione diversa dalla nostra.   Anche se loro sono in pandemia ed  in piena crisi sanitaria mondiale molti paesi occidentali ed orientali tengono aperto il loro paese nel settore più bombardato in Europa, Ho.Re.Ca. Lo Zafferano è il prodotto della nostra Italia, terra che regala a noi che lo gustiamo in tanti piatti dell’eccellenza italiana. Il colore dell’ allegria il giallo oro, il noto colore del simbolo della ricchezza, della positività, dove oggi vi è necessità di poter riattivare il pensiero positivo alle genti del mondo.  L’ottimismo! La sua nascita il 12 GIUGNO 1935. È questa la data che sancisce la nascita dello Zafferano 3 Cuochi. Da subito un marchio di successo, sulla tavola dei consumatori da oltre tre generazioni, che garantisce costantemente un prodotto di qualità elevata esaltando tutte le caratteristiche e potenzialità dello zafferano. Potremmo  dire scherzosamente, che con il marchio 3 Cuochi parliamo di “tre gialli di successo” dal 1935. Un primato incontrastato fin dalla sua nascita quando Gianni Mangini, il fondatore dell’azienda, ebbe l’idea di vendere lo zafferano in polvere confezionato in una bustina con l’impegno di proporre al consumatore una qualità ottima.Il successo fu immediato. Lo Zafferano 3 Cuochi si contraddistinse subito dai suoi concorrenti per le sue superiori qualità organolettiche che come sempre nella storia di questa preziosa spezia ne hanno fatto l’elemento di forte distinzione. Con questo prodotto si può sviluppare molti tipi di cucina tra il dolce ed il salato, alcuni cuochi o chef che si dica, nella tradizionale ricetta del riso alla milanese usano l’olio e non il burro, perché quest’ultimo ingrediente nell’alte temperature potrebbe fumare o bruciare troppo e quindi il sapore cambierebbe. Queste ed altre  ricette e/o segreti dei professionisti potremmo prenderli e tenere nel nostro diario di bordo di una cucina. Una ricchezza diversa dai canoni che uno penserebbe all’oro, diamanti o cose del genere, ma in realtà la nostra ricchezza in primis siamo noi, poi la Terra che ci ospita  in tutto il suo splendore. Forse con questa pandemia abbiamo riscoperto il mondo della casa e della cucina ma soprattutto la nostra creatività in  tutti i campi anche con le poltrone ed i voltagabbani nella politica o semplicemente nella loro sviluppo creativo di un posto fisso.

 

 

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