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L’ANTEPRIMA DI UN MITO MASERATI LA SUA STORIA Maserati è un'azienda italiana produttrice di automobili sportive di lusso. L'auto che ha "folgorato " MASERATI MADE IN ITALY

 

DAL  MONDO NEWS …  LE ANTEPRIME 

By@PatriziaPierbattista

By@MirellaPierbattista  @Elisa NArdocci

 By@LAREDAZIONE

 avvnardoccielisa@gmail.com   

   

   

Oggi che siamo nel 2025 e fra poco arriva il 2026, con propositi
positivi di Pace e  prosperità nel mondo.  Golfpeoplle-mag, con una auto
che ha una lunga storia alle sue spalle, ed oggi sta riuscendo a
rinascere con i nuovi manager. Mase-rati,  nata  a Bologna ma trasferita
  a Modena nei primi tempi ma oggi 2025 facente parte del  Gruppo
Stellantis.  Una  novità in carreggiata! Tra  le eccellenze italiane che
tutto il mondo ci invidia, tanto che è a  molte volte  viene ceduto il
marchio ad altre aziende automobilistiche.  Ma  che poi la storia è un
cerchio quindi rientra tra le braccia della nostra Italia. Per così dire
essendo Stellantis una azienda prettamente made in France. Viene fondata
nella città di  Bologna il 1º dicembre 1914 da Alfieri Maserati, produce
automobili dal 1926; la direzione è stata spostata nel 1939 a Modena
dopo l’acquisto dell’azienda da parte dell’imprenditore modenese Adolfo
Orsi, tuttora sede del marchio. Dal 1968 al 1975 è stata di proprietà
della casa francese Citroën per poi essere acquisita dal pilota e
industriale Alejandro de Tomaso. Nel 1993 passò al Gruppo Fiat, che le
permise di collaborare con il marchio Ferrari. Dopo la fusione tra il
FCA e PSA appartiene al comprensorio Stellantis  dal 2021. La casa ha
partecipato a numerose competizioni tramite la divisione sportiva
Maserati Corse, correndo inizialmente nella Formula Grand Prix, poi in
Formula 1, dove ha vinto due campionati del mondo piloti, ma anche nelle
gare di Endurance. Dopo una crisi finanziaria, la squadra non ha più
gareggiato all’interno di nessun campionato ufficiale fino al 2004,
quando si iscrisse al FIA GT, guadagnando sei titoli mondiali nella
classe GT1. Dal 2022 è impegnata in Formula E e dal 2024 in GT2. La
storia della Maserati inizia il 1º dicembre 1914 a Bologna, quando il
pilota Alfieri Maserati fondò un’officina specializzata
nell’elaborazione di vetture Isotta Fraschini assieme ai fratelli
Ernesto ed Ettore. Durante la Prima Guerra Mondiale, Alfieri progettò
una candela d’accensione per motori, per la quale nascerà a Milano la
“Fabbrica Candele Maserati”, che verrà poi spostata a Bologna nel 1919.
Successivamente si concentrò sul mondo delle corse assieme al fratello
Ernesto, ottenendo numerosi titoli in gare di notevole importanza per
l’epoca come il Mugello, l’Aosta-Gran San Bernardo e la Susa-Moncenisio
a bordo delle vetture da loro elaborate. Poi nel 1922 i fratelli
Maserati ricevettero l’incarico di dirigere l’attività sportiva della
casa torinese Diatto con Alfieri come pilota principale, ma dopo soli
tre anni, a causa dei debiti, la casa piemontese si ritirò dalle
competizioni. La loro  prima vettura a marchio Maserati fu la Tipo 26
del 1926, una vettura da corsa derivata dalla Diatto 30 Sport,
equipaggiata con un nuovo motore 1.5 a otto cilindri in linea da 120 CV.
Fece il suo debutto nelle competizioni alla Targa Florio del 1926,
ottenendo la vittoria di classe e la nona posizione assoluta. Nello
stesso anno, Mario Maserati, l’unico dei fratelli che aveva preferito la
carriera artistica a quella automobilistica, disegnò il celebre logo del
Tridente, ispirato alla fontana del Nettuno a Bologna. Negli anni
successivi, Maserati si affermò nelle corse automobilistiche, ottenendo
successi significativi come la Coppa dell’Etna nel 1928 e la prima
storica vittoria internazionale nel 1929 al Gran Premio di Tripoli, con
la Tipo V4 16 cilindri guidata da Borzacchini, che nei 10 km lanciati di
Cremona fece registrare il nuovo record mondiale di velocità, con
247,933 km/h. Tuttavia, nel 1932, Alfieri perse la vita a causa dei
traumi subiti in un incidente automobilistico di 5 anni prima e Ernesto
abbandonò la carriera di pilota per occuparsi della parte tecnica
dell’azienda insieme a Ettore, mentre Bindo, il secondogenito dei
fratelli Maserati, ne divenne il presidente. Dopo pochi anni dalla morte
di Alfieri il peso finanziario e la gestione della fabbrica diventarono
insostenibili per i fratelli Maserati. Così nel 1937 cedettero
l’attività all’imprenditore modenese Adolfo Orsi, rimanendo però
consulenti tecnici. Nel 1939 Orsi trasferì la produzione da Bologna a
Modena, tuttora sede del marchio. Verso la fine degli anni Trenta, la
casa del tridente sviluppò la 8CTF, una monoposto grazie alla quale
conquistò due vittorie consecutive alla 500 Miglia di Indianapolis nel
1939 e nel 1940, che ad oggi è l’unica vettura italiana ad aver compiuto
l’impresa. Con il termine della seconda guerra mondiale, la casa
modenese realizzò la prima vettura stradale, una coupé disegnata da
Pininfarina dotata di un motore a sei cilindri in linea denominata
Maserati A6, prodotta in numerose varianti dal 1947 al 1956, sia
stradali che sportive. Nello stesso anno terminò il contratto dalla
durata di dieci anni che permetteva ai fratelli Maserati di restare
nell’azienda, così fondarono per conto proprio un’officina volta alla
produzione di vetture da competizione, la OSCA, che negli anni
successivi vinse alcuni Gran Premi e partecipò alla Formula 1. Nel 1957
entra in produzione la 3500 GT, GranTurismo stradale progettata
dall’ingegner Giulio Alfieri, vettura con un nuovo propulsore a sei
cilindri in linea che fece aumentare nettamente la produzione Maserati.
Da essa ne derivò una vettura più potente, la 5000 GT, di cui fu
realizzata una versione speciale per lo Scià di Persia Reza Pahlavi. Nel
1962 è il turno della Sebring, coupé sportiva con un sei cilindri,
mentre l’anno successivo nascono due importanti modelli, la
Quattroporte, la prima berlina di lusso ad alte prestazioni di sempre
capostipite di una lunga serie arrivata fino ai giorni nostri, e la
Mistral, disegnata da Pietro Frua per sostituire la 3500 GT. Un’altra
coupé nata sotto la direzione Orsi è la Mexico del 1966, nominata in tal
modo a causa della vittoria della Cooper T81 con motore Maserati al Gran
Premio del Messico 1966 di Formula 1. L’ultima vettura progettata sotto
la direzione Orsi fu la Ghibli, un’auto che sin dalla sua presentazione
nel 1967 riscosse un notevole successo grazie al suo design, ad opera di
Giorgetto Giugiaro. Successivamente Maserati fece il suo ritorno nelle
competizioni riammodernando la 4CL, vettura che negli anni Quaranta
vinse sei gare nella classe voiturette, Il risultato fu il modello
4CLT/50, introdotto nell’anno inaugurale del Campionato del mondo di
Formula 1 del 1950. Tra il 1954 e il 1960 Maserati partecipò all’interno
della Formula 1 con la 250F, dotata di un motore 6 cilindri da 240
cavalli, debuttò al Gran Premio d’Argentina 1954 vincendo la gara con
Juan Manuel Fangio, che fece suo anche il Gran Premio del Belgio prima
di passare alla scuderia Mercedes. I punti ottenuti con le due squadre
permisero al pilota italo-argentino di conquistare il Titolo Mondiale
Piloti. L’anno successivo Fangio colse quattro successi compreso
l’incredibile GP di Germania, che fu successivamente soprannominato come
la gara del secolo, e si laureò campione del mondo per la quinta volta.
Oltre alla Formula 1, la Maserati gareggiava anche nelle gare di durata:
nel 1953 presentò la A6GCS/53, una barchetta che trionfò nella Mille
Miglia, nella Targa Florio e dominò nel campio-nato 2 litri Sport. Di
questa vettura ne furono realizzate 4 in versione berlinetta dalla
Carrozzeria Pininfarina, definita sessant’anni dopo l’auto del
centenario Maserati dai cultori del marchio e dalla casa madre, durante
i festeggiamenti dei cento anni Maserati nel 2014. Nel 1955 la scuderia
presenta la 300S, derivata dalla 250F della F1, che ha gareggiato nel
campionato mondiale sport prototipi dal 1955 al 1958 vincendo alla 1000
km del Nürburgring nel 1956 e ottenendo il secondo posto nel mondiale
marche. Verso la fine degli anni ’60 nacque la Tipo 60, che è stata
protagonista nelle gare di resistenza, come alla 24 Ore di Le Mans e
alla 12 Ore di Sebring, pur non conquistando la vittoria. Fu conosciuta
con il nome “Birdcage” a causa del suo particolare telaio formato da
tralicci intrecciati ed ebbe tre eredi, la Tipo 61, 63 e 64, ma
successivamente fu costretta a ritirarsi dal mondo delle competizioni a
causa di una crisi finanziaria. Nonostante i successi sportivi e le
buone vendite delle vetture stradali, la casa modenese si trovò
nuovamente in crisi a causa di alcuni debiti di Orsi, che per evitarne
il fallimento, nel 1968 cedette l’azienda alla Citroën, rimanendone il
presidente nominale. La relazione tra le due case iniziò come una joint
venture, in cui Maserati avrebbe progettato e prodotto un motore per
l’ammiraglia di Citroën chiamata SM. Lanciata nel 1970, la SM era un
coupé a quattro posti a trazione anteriore, equipaggiata con un motore
Maserati V6. Il primo progetto sotto la direzione francese è stata
l’Indy del 1969, una GT a quattro posti carrozzata da Vignale con un
propulsore V8, ne furono realizzati 1.100 esemplari. Fu poi creata la
Bora nel 1971, la prima automobile stradale Maserati a motore centrale,
dotata di sospensioni indipendenti a quattro ruote. L’anno seguente,
partendo dalla Bora come base fu creata la Merak, utilizzando però un
meno potente V6 derivato dalla Citroën SM. La sostituta della riuscita
Ghibli fu la Khamsin, disegnata da Bertone nel 1973, una granturismo a
motore anteriore. L’ultima creazione sotto la proprietà della casa
francese fu la seconda generazione di Quattroporte, unica Maserati mai
prodotta a trazione anteriore, equipaggiata con il V6 della SM, non
entrò mai in produzione eccetto alcuni prototipi, dato che l’azienda era
stata fortemente indebolita a causa della crisi petrolifera del 1973,
evento che portò la Citroën a porre l’azienda in liquidazione nel 1975.
Infatti, la domanda di vetture sportive e gran turismo è diminuita
drasticamente a causa dei costi di mantenimento, l’unica automobile
Maserati che ha continuato a vendere in quantità apprezzabili è stata la
Merak grazie alla piccola cilindrata. Citroën invece è andata in
bancarotta e iniziò il processo di incorporazione nella PSA Peugeot
Citroën. L’8 agosto 1975, la proprietà di Maserati passò da Citroën alla
società statale italiana GEPI mentre Alejandro de Tomaso, ex pilota
automobilistico e proprietario dell’omonima azienda, ne divenne il
presidente. Dopo l’acquisizione totale di Maserati da parte di de Tomaso
nell’agosto 1975, licenziò l’ingegnere Alfieri il giorno stesso, il
quale si era opposto al suo primo tentativo di acquisizione della casa
modenese nel 1968. A partire dal 1976, furono introdotti nuovi modelli,
che condividevano la struttura ma non i motori delle auto De Tomaso; la
prima fu la gran turismo Kyalami, derivata dalla De Tomaso Longchamp,
alimentata dal V8 Maserati. Successiva-mente fu sviluppata la terza
generazione di Quattroporte, basata sulla De Tomaso Deauville, venduta a
partire dal 1979. Nel 1976 fu introdotta la Biturbo, vettura che doveva
essere il modello dei grandi numeri: grazie al prezzo competitivo (poco
più di 22 milioni di Lire al lancio) era prevista una produzione di
almeno 5.000 esemplari all’anno. L’obiettivo non fu subito raggiunto a
causa dei problemi di affidabilità generati dall’incompleto sviluppo
della vettura per accelerarne i tempi di commercializzazione. Il punto
forte della Biturbo era il suo motore V6 dotato di due turbocompressori,
il primo per un’auto di serie. La famiglia Biturbo ebbe un grande
successo nonostante i problemi iniziali, vendendo circa 40.000 unità.
Nel corso degli anni furono lanciate nuove auto basate sulla Biturbo.
Nel 1983 e 1984, la gamma si ampliò per includere berline (la 425 e la
420) e una cabriolet, la Spyder, carrozzata da Zagato. Nello stesso anno
fu introdotta la 228, una coupé con una nuova versione da 2,8 litri del
V6 biturbo, mentre la Quattroporte III fu rinnovata con una versione
ancora più lussuosa denominata Royale, costruita su ordinazione in pochi
esemplari. Nel 1988 arrivò la Karif, una due posti, basata sul telaio
della Spyder a passo corto prodotta in soli 221 esemplari. Nel
frattempo, il nome Biturbo fu completamente abbandonato per distaccarsi
dai problemi di affidabilità che caratterizzavano i primi esemplari,
mentre le coupé e le berline aggiornate presero la denominazione di 222
e 422. Il 1989 segnò la reintroduzione di una gran turismo a otto
cilindri, la Shamal, costruita su un telaio Biturbo a passo corto
modificato, rivestita da una nuova carrozzeria muscolosa progettata da
Marcello Gandini. Era alimentata da un nuovo motore V8 biturbo
accoppiato a un cambio a 6 marce. Nel 1984, la Chrysler acquistò una
quota del 5% in Maserati. In seguito a un accordo tra De Tomaso e il
capo della Chrysler, Lee Iacocca, fu firmata una joint venture. Maserati
avrebbe prodotto un’auto per l’esportazione verso il mercato americano,
la Chrysler TC by Maserati. con motori provenienti dalla Chrysler ma
assemblata in Italia negli stabilimenti della casa modenese. A causa
della brutta immagine che si era creata del marchio del tridente negli
Stati Uniti derivata dai problemi di affidabilità delle prime Biturbo ne
furono realizzati pochi esemplari. Nei primi anni ’90 fu sviluppata
un’auto sportiva a motore centrale, la Chubasco, che avrebbe dovuto
debuttare nel 1992. Presentava una carrozzeria progettata da Gandini, un
propulsore V8 e un telaio a trave centrale. Il progetto fu cancellato in
quanto si rivelò troppo costoso. A partire dal 1990, l’intera gamma
della Biturbo ricevette un restyling, seguendo lo stile della Shamal.
L’ultima versione della coupé Biturbo fu chiamata Racing, un modello di
transizione grazie al quale sperimentarono alcune caratteristiche
presenti sull’erede Ghibli, che fu presentata nel 1992. Era una coupé a
sei cilindri, basata sulla Biturbo ma con una nuova carrozzeria di
Gandini e l’ultima evoluzione del V6 biturbo. Le basi ancora inedite
della Chubasco diedero vita alla Barchetta, vettura con il compito di
riprendere lo spirito delle gloriose barchette del passato ed essere
prodotta in circa 30 esemplari, destinata ad un campionato monomarca. Il
19 maggio 1993, 18 anni dopo averla salvata dalla liquidazione,
Alejandro De Tomaso vendette l’intera società alla FIAT, che divenne
l’unico proprietario. Nel 1994, nacque la Quattroporte IV, basata sulle
fondamenta della Biturbo. Progettata da Marcello Gandini, inizialmente
era disponibile con un motore V6 condiviso con la Ghibli II ma due anni
più tardi divenne disponibile una variante più potente con motore V8. A
luglio 1997, FIAT vendette il 50% della quota dell’azienda alla rivale
storica di lunga data di Maserati, la Ferrari (a sua volta di proprietà
di FIAT). due anni dopo ne prese il pieno controllo, trasformando
Maserati nella sua divisione di lusso. fu costruita una nuova fabbrica,
sostituendo l’esistente impianto degli anni ’40. Nel 1998, è iniziato un
nuovo capitolo nella storia del marchio del tridente quando l’azienda ha
lanciato la 3200 GT. Questa coupé a due porte è alimentata da un motore
V8 biturbo da 3,2 litri derivato dal motore della Shamal, che eroga 370
cavalli di potenza. Gli ultimi legami con l’era De Tomaso sono stati
interrotti nel 2002, quando la 3200 GT è stata sostituita dalla Maserati
Coupé e Spyder; evolutesi dalla 3200, queste auto utilizzavano un nuovo
motore V8 Ferrari. Nel 2003 viene lanciata la quinta generazione della
Quattroporte, anch’essa dotata del V8 Ferrari, che riscuoterà un
notevole successo con 24.000 esemplari venduti. Nel 2004 Maserati fa il
suo ritorno nel motorsport all’interno del mondiale FIA GT con la MC12,
sviluppata basandosi strettamente sulla Ferrari Enzo. Il suo debutto
avviene nel 2004 a Imola, in una stagione di test gestita
dall’equipaggio composto da Andrea Bertolini, Mika Salo, Johnny Herbert
e Fabrizio de Simone. Nel 2005, si iscrive anche nell’American Le Mans
Series, ottenendo numerosi podi ma non vincendo mai. In totale conquistò
6 titoli mondiali nella classe maggiore, la GT1. Per ottenere
l’omologazione ne dovevano essere costruiti un minimo di 25 esemplari
stradali nel 2004, seguiti da altri 25 l’anno successivo. Nel 2005 la
proprietà torna nuovamente al gruppo Fiat. Nel 2007 viene presentata la
GranTurismo, disegnata da Pininfarina, viene realizzata sul pianale
della Quattroporte che aveva introdotto il nuovo stile della casa del
tridente, mentre due anni dopo fu il turno della sua equivalente cabrio
denominata GranCabrio. Entrambe le vetture erano equipaggiate con il V8
di derivazione Ferrari. Nel 2013, viene presentata la Quattroporte VI. A
questa è seguita l’introduzione della Ghibli, vettura destinata a
competere nel segmento E, rimasto scoperto nella gamma Maserati. L’anno
successivo viene presentata L’Alfieri, una concept car coupé, tributo al
fondatore della casa Alfieri Maserati. A partire dal 2016 viene
introdotta la Levante, primo SUV della casa di Modena, mentre nel 2020
viene presentata la MC20, che segna il ritorno nella produzione di
vetture a motore centrale. La MC20 è dotata di un nuovo propulsore V6
denominato “Nettuno”, sviluppato internamente da Maserati. Nel 2022
vengono presentati due nuovi modelli, la seconda generazione di
GranTurismo, dotata del V6 Nettuno, e il SUV Grecale. Il 10 gennaio
2022, il marchio ha annunciato la sua entrata in Formula E come
produttore, in collaborazione con il team monegasco Venturi Racing per
la stagione 2022-23, segnando il suo ritorno nel mondo delle corse dopo
13 anni d’assenza, creando il nuovo team Maserati MSG Racing. Nel
biennio 2023-2024, con la proprietà italo-francese, Maserati affronta
una crisi senza precedenti. Il personale viene ridotto dai 1.300
dipendenti del 2022, a soli 400 nel giugno 2024, peraltro a turno in
cassa integrazione.  Nel settembre 2024 continuano le politiche di
incentivo all’esodo e ricollocamento dei dipendenti rimasti,
sbugiardando la strategia di continuità del marchio da parte del gruppo
guidato dall’ex Ad Tavares. Ora il suo Ad è Filosa cosa succederà per
questa azienda! Dove andrà nel prossimo futuro? Intanto alla prossima
puntata troverete un test drive diverso dal solito!

 

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Articolo 1

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