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PASTIFICIO MANNETTI

E VENNE LA CRISI….DELLA GUERRA DELLA FARINA MA POI L’ITALIA SI RISOLLEVA. LA STORIA DI PAOLO MANNETTI E LA PASTA DI AMATRICE

E VENNE LA CRISI….DELLA GUERRA DELLA FARINA

MA POI L’ITALIA SI RISOLLEVA.

LA STORIA

PAOLO MANNETTI

E LA PASTA

DI

AMATRICE

 

By@Patrizia Pierbattista

By@Mirella Pierbattista

Il momento storico è drammatico, la guerra tra Ucraina e Russia sta creando problemi al mondo intero, il commercio del grano duro, è un una crisi, perché la nazione Ucraina detiene il più importante produzione di grano. Esportando nel mondo, ma molto di più  nei paesi africani. Da qui scatenando la Russia una sorta di blocco navale alla Ucraina, ma l’intervento della Turchia e paesi africani hanno sancito una tregua commerciale per esportazione del grano Ucraino nel mondo attraverso le navi nel mare difronte alle terre in guerra. Così la nostra Italia si è mossa per riempire il vuoto commerciale, agli imprenditori agricoli di convertire terreni per produrre grandi duro, questo all’inizio della guerra 2022. Oggi 2023, da un anno e più dell’inizio  la nostra Italia, del fare. Non ci sono divanisti, poltronisti ma   qualcuno c’è! Esempi ci sono ,come nel nostro paese italiano , territorio dell’ Lazio  Sulle Rive del Velino, su un territorio immerso nel verde e posizionato tra due parchi Nazionali, si riscopre la storia della Pasta Mannetti. Anche grazie alla conformazione del territorio ricco di acqua e aria pura, oggi come allora sulle Rive del Velino, su un territorio immerso nel verde e posizionato tra due parchi Nazionali, si riscopre la storia della Pasta Mannetti. Come ogni grande storie di piccole e grandi aziende italiane, la storia della Pasta di Antrodoco ed Amatrice risale agli inizi del ‘900. Dall’intuizione di Paolo Mannetti nel 1920 nacque lo storico Pastificio Mannetti. Una visione avanguardista quella dei fratelli Paolo e Nicola che, dagli inizi del ‘900 e per oltre mezzo secolo, hanno portato benessere e progresso nel cuore del reatino, gestendo prima l’opificio, la centrale elettrica e poi il Pastificio Storico di Antrodoco. La famiglia grazie alla dedizione dei due uomini, hanno creato un gruppo familiari che con devozione ed avanguardia hanno lasciato una guida ai suoi eredi. Percependo sapientemente le potenzialità dell’elettrificazione, le qualità delle acque del luogo e della forza del fiume Velino, nel 1920 Paolo Mannetti volle creare le basi per un nuovo progresso sociale. Un nuovo grande centro di produzione artigianale che consacrò la pasta di semola di grano duro Mannetti conosciuta in tutto il Centro Italia. Il moderno packaging, la scelta accurata delle materie prime, l’artigianalità e la distribuzione capillare, furono le armi del successo della Pasta Mannetti. Lo stabilimento ha avuto delle evoluzioni, migliorando da un lavoro faticoso ma con passione dei suoi lavoratori e maestranze e dalla guida dei manager. L’antico stabilimento del Pastificio Mannetti fu il centro di produzione principale della pasta di Antrodoco ed Amatrice. Nel secondo dopoguerra la produzione di pasta costituì un motivo di vanto per la città di Antrodoco e per tutto il reatino. In quegli anni vennero forniti numerosi negozi e ristoranti di Roma e di tutto il Centro Italia. Dagli anni ‘70 le cose cambiarono e l’industrializzazione prese il sopravvento sull’artigianalità portando alla chiusura dello storico stabilimento. Nel 2020, a 100 anni dalla sua fondazione, lo storico marchio Mannetti è stato riscoperto per essere valorizzato dalla famiglia Marcozzi che produce e confeziona la pasta nel Pastificio Strampelli di Amatrice. Strampelli, il primo pastificio in Amatrice, (Rieti) ne cuore dell’Italia, nel meraviglioso scenario del parco nazionale del Gran Sasso e Monti della lab e, ad oltre 1000metri di altezza in un ambiente montano , dove scorrono acque purissime. Luoghi perfetti per intero sistema produttivo della pasta secca artigianale. Semole  di grano dure, dalla Puglia, la pasta è il simbolo nel mondo della nazione Italia. Il Agronomo -e genetista fautore della vera Rivoluzione Verde, Nazareno Strampelli.  Ha ricevuto il prestigioso riconoscimento del comune di Amatrice per la valorizzazione dei prodotti tipici.  La pasta è un bene comune per tutti, il sostegno alla nostra economia, la nostra memoria collettiva , arti visive ne hanno fatto tanti film.  Il grano e l’architrave del mondo, per la pace? Speriamo per il bene dell’umanità. Che non si aprano altri front i di guerra, sempre manipolati da  poteri occulti. Per i loro guadagni?  La guerra fa guadagnare?

Quindi si parte per un evento che parla e si assaggia  il nostro territorio, Lazio, ma soprattutto italiano con piccole e medie aziende che cercano di farsi notare al grande pubblico sia regionale che internazionale.  Ecco che siamo a Viterbo presso il Palazzo dei Papi per scoprire i sapori di Assaggi nuovo evento con la presenza del Sindaco Frontini dove taglia il nastro di partenza della manifestazione che è durata un week-end di primavera.  Dove abbiamo incontrato la proprietaria ed  Ad de pastificio di Amatrice  Marcozzi Barbara che ci accoglie con il sorriso e cordialità tutta made in Italy. Durante il nostro incontro ci spiega la storia e l’industria della pasta e tutte le forme che sono in produzione da quella per così dire normale a quella biologica. Naturalmente notiamo che anche il packaging è molto  elegante e soprattutto in carta. Dall’acqua purissima ed alla lavorazione realizzata come da tradizione ha origine incastonata tra le due famose località,  Antrodoco ed Amatrice.  Ecco alcuni prodotti in commercio sono i bucatini bio pasta lunga, spaghetti bio, mezze maniche bio, bucatini, spaghetti, spaghetti quadrati, mezze maniche, rigatoni, penne triangolari, fusilloni. Un fine food philosophy  è forse è semplicemente scegliere il meglio della terra italiana.  Qualità ed esperienza e tradizione da ben 25 anni di attività. Nonna Adelina l’inizio con l’agilità delle sue mani  un dono. La sua passione portata nel futuro della nuova generazione.  Nei suoi nipoti, Gabriele, Barbara ed Attilio. Un tesoro che cercano di portare avanti per le nuove eredità e clienti. Tutti i prodotti sono IGP una garanzia della produttività con certificazione

De. Co. Leggendo la sua storia sia passata che presente guardando il futuro si scopre che è anche eco- sostenibile.

 Per concludere questo articolo sull’economia globale l’Italia  ma specialmente delle persone  e delle donne che vogliono creare sinergie per il futuro sia nel campo manager che del food. Ecco che qui il nostro pit-stop tra eventi e cibo porge al termine sperando di poter far la differenza nel nostro e vostro piatto del giorno cucinato in varie maniere, in bianco, giallo, rosso e verde. Noi lo abbiamo preparato con lo zafferano del Lazio e del pomodoro. Scegliete voi il formato ed il colore. Buon cibo italiano!    

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Cosa è per voi Old style!? Forse è il vecchio stile di una icona a 360° tra design e moda! Oggi parliamo e scopriamo il mondo dal 1959 ad oggi di una icona della strada internazionale come la Mini. La Mini era originariamente una vettura della BMC, che nel 1966 entrò a far parte della British Motor Holdings. La fusione tra BMH e Leyland Motors portò alla nascita nel 1968 della British Leyland:[5] nel 1969 Mini diventa così un marchio a sé stante.[6][7] Nel corso degli anni ottanta la British Leyland cambia nome prima in gruppo Austin Rover e poi in gruppo Rover, ma una forte crisi porta nel 1988 alla vendita del gruppo (e quindi anche della Mini) alla British Aerospace,[5] la quale a sua volta lo cede nel 1994 a BMW. Nel 2000 il gruppo Rover viene smantellato, e BMW mantiene la sola proprietà del marchio Mini.
dalla  BMW la Iconica Mini Cooper, elettrica 100%, ma dal disegn inconfondibile che ancora oggi nel 2022 le persone si girano ad ammirarla, senza capire che e` elettrica. la sua storia è quasi una tema da film, con giorni positivi e negativi eppure eccola qua , sempre alla moda, e nel girare l`Italia si vedono tante delle Mini che siano quelle storiche che le ultime. Nessuna descrizione disponibile. L’odierna gamma Mini è prodotta negli stabilimenti di Oxford, in Gran Bretagna ad eccezione delle Mini Countryman e Paceman, assemblate da Magna Steyr in Austria.
La seconda generazione della Mini, la prima realizzata sotto la completa egida di BMW, ha debuttato nel luglio 2001 Alla classica versione Hatch e Hardtop, nel 2005 è stata affiancata la versione cabriolet, denominata Convertible, mentre nel 2006 è partito lo sviluppo delle versioni sportive, denominate John Cooper Works, realizzate in Italia da Bertone. Nel 2007 ha debuttato la terza generazione della Mini. Da questa generazione, Mini torna ad avere una gamma di modelli, dato che, negli anni seguenti ad Hatch/Hardtop e Convertible, si aggiungono la versione familiare Clubman (2008), la Sport Utility Vehicle Countryman (2010), la Coupé (2011) e la Roadster (2012), oltre alle relative versioni John Cooper Works, ora realizzate direttamente dalla divisione sportiva BMW Motorsport. Mini (reso graficamente come MINI) è una casa automobilistica inglese, filiale del gruppo tedesco BMW dal 1994, specializzata in superutilitarie. Il nome Mini nacque inizialmente per un’auto specifica, ovvero una vettura nota come Morris Mini Minor e Austin Seven, lanciata dalla BMC nel 1959. Successivamente il nome si sviluppò come un marchio a sé stante, e si estese ad una gamma completa di veicoli. La prima generazione del 1959 restò in produzione fino al 2000; la nuova generazione per BMW, il cui sviluppo iniziò nel 1995, vide la luce nel 2001.
La Mini era originariamente una vettura della BMC, che nel 1966 entrò a far parte della British Motor Holdings. La fusione tra BMH e Leyland Motors portò alla nascita nel 1968 della British Leyland: nel 1969 Mini diventa così un marchio a sé stante Nel corso degli anni ottanta la British Leyland cambia nome prima in gruppo Austin Rover e poi in gruppo Rover, ma una forte crisi porta nel 1988 alla vendita del gruppo (e quindi anche della Mini) alla British Aerospace, la quale a sua volta lo cede nel 1994 a BMW. LA STORIA MINI Nel 2000 il gruppo Rover viene smantellato, e BMW mantiene la sola proprietà del marchio Mini. L’originale Mini è una piccola vettura a due porte costruita dalla British Motor Corporation e da successive case automobilistiche dal 1959 al 2000. MINI LA STORIAÈ considerata un’icona degli anni sessanta, e la sua ottimale economia di spazio ed abitabilità interna (che tra le altre cose, ha permesso l’utilizzo dell’80% del pianale per passeggeri e bagagli) ha influenzato un’intera generazione di costruttori di automobili L’auto è in qualche modo considerata come l’equivalente britannica alla sua contemporanea tedesca, la Volkswagen Maggiolino, che ha avuto una popolarità simile in Nordamerica. Nel 1999 la Mini è stata votata come la seconda auto più influente del XX secolo, dietro solo alla Ford Model T.  La vettura venne progettata per BMC da Sir Alec Issigonis. Prodotta negli stabilimenti di Longbridge e Cowley, la Mini era anche costruita su licenza in vari altri Paesi, tra cui Australia, Spagna (AUTHI Mini), Belgio, Cile, Italia (Innocenti Mini), Portogallo, Sudafrica, Uruguay, Venezuela e Jugoslavia. Nessuna descrizione disponibile. L’originale Mini, conosciuta come Mark I, ha avuto due importanti evoluzioni, la Mark II e la Mark III: all’interno di queste serie sono state realizzate alcune varianti della vettura, tra cui versioni familiari (Mini Countryman e Mini Clubman Estate), pick-up, van e spiaggina (Mini Moke). Le Mini Cooper e Cooper S erano le versioni più sportive, che hanno avuto un discreto successo come auto da rally, trionfando varie volte al Rally di Monte Carlo. Inizialmente commercializzata coi marchi Austin e Morris (Austin Seven e Morris Mini Minor), nel 1969 Mini divenne un marchio a sé stante. Successivamente la Mini sarà nuovamente commercializzata come Austin durante gli anni ottanta.

Quella che proveremo per voi, ma soprattutto sarà anche per noi un piacere della guida, la  MINI Full Electric nella versione Resolute Edition combina uno stile autentico con il piacere di guidare sostenibile. Grazie alla combinazione di caratteristiche di design tradizionali e di tecnologia di guida orientata al futuro, la MINI Cooper SE (consumo combinato: 17,6 – 15,2 kWh/100 km secondo WLTP; emissioni di CO2 combinate: 0 g/km) nella versione Resolute Edition incarna una straordinaria espressione di stile. L’edizione del modello a propulsione puramente elettrica ispirata alla MINI 3 porte offre un mix particolarmente attraente che unisce un classico flair sportivo con la sostenibilità. L’esclusivo design degli esterni le dona un aspetto autentico ispirato alla storia del brand. In questo modo, la MINI Cooper SE nella versione Resolute Edition trasmette chiaramente un messaggio: il divertimento di guida senza emissioni locali è ormai parte integrante del carattere del brand e dei suoi oltre 60 anni di storia. Grazie al motore elettrico da 135 kW/184 CV e all’incredibile maneggevolezza, la MINI Cooper SE porta il caratteristico go-kart feeling del brand nel mondo della mobilità elettrica. La sua autonomia fino a 234 chilometri – determinata secondo il ciclo di prova WLTP – consente un divertimento di guida privo di emissioni locali sia nell’ambiente urbano che oltre i confini della città. Queste sono le qualità che hanno reso la MINI Full Electric la variante di modello più popolare del brand, con cifre di vendita globali quasi raddoppiate nel 2021. Il design esclusivo e le caratteristiche di equipaggiamento della Resolute Edition conferiscono al divertimento di guida sostenibile un fascino ancora maggiore. Con la verniciatura della carrozzeria in Rebel Green – precedentemente riservata ai modelli estremamente sportivi John Cooper Works – e la finitura in Pepper White a contrasto per il tetto e le calotte degli specchietti retrovisori esterni, la MINI Cooper SE nella versione Resolute Edition sfoggia un look sportivo nel tradizionale stile britannico. L’assenza di elementi cromati all’esterno rappresenta un chiaro sguardo al futuro: al contrario, i tradizionali elementi di design sono rifiniti nell’esclusivo Resolute Bronze. Questi includono i contorni dei fari, la griglia del radiatore e le luci posteriori, le scanalature laterali sui pannelli laterali anteriori e le maniglie delle portiere e del bagagliaio. Al contrario, la striscia che circonda il bordo inferiore del parabrezza è rifinita in Piano Black, così come la cornice interna della griglia del radiatore, i loghi del brand e la dicitura del modello. L’aspetto inconfondibile della MINI Cooper SE nella versione Resolute Edition viene ulteriormente esaltato dalle strisce sul cofano dal design esclusivo. Così come i listelli sotto porta, presentano un motivo composto da linee parallele con una sfumatura di colore che oscilla tra una tonalità chiara e una scura di oro, insieme alla scritta “Resolute”. Il modello presenta cerchi in lega da 17 pollici con design Electric Collection Spoke. In alternativa, i cerchi in lega leggera dello stesso formato sono disponibili nella variante Tentacle Spoke Black. Ma ora basta con l’Anteprima dobbiamo guidare per scoprirne tutti sia difetti che pregi. E quindi vi salutiamo e sperando che avreste voglia di assaggiare i nostri pit-stop e on the road con questa Mini Cooper SE Full Electric. Diamo solo un piccolo spunto. Da Milano  a Viterbo! Che dite c’è l’abbiamo fatta? Scopritelo.  Nessuna descrizione disponibile. Numero posti       4 BAGAGLIOIO 211-731 Alimentazioni      ELETTRICA  Classe   Cv/kW (da)      184/135. Lunghezza  3.850 MM, Larghezza    1.727 MM, Altezza         1.432 MM,  Passo            2.495.



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